Come siamo permalosi….

Di Milù

Salve a- mici!!! Ultimamente alla Tana abbiamo tutti da ridire su tutto: Isotta vuole che sia riconosciuto il suo talento culinario, Puntino pretende il suo spazio che poi è anche quello di Isotta. Sophie borbotta perché lavora ma nessuno paga, Brikka non sopporta di essere dipendente da qualcuno, Clodino continua a fare l’ intellettuale scansa fatiche….ho dimenticato qualcuno??! Ah sì Baffo che passa giorni fuori dalla Tana. Le uniche due gatte serene siamo io e Yuyu… Penso che dovrò chiedere aiuto alla patrona dei gatti per riportare un po’ di ordine….

Lo sapevo che finiva così….

Di Milù

Salve a-mici! È venerdì e alla Tana sono già tutti proiettati al fine settimana… così hanno lasciato a me il compito di scrivere l’ articolo….Mentre cercavo ispirazione, ho trovato questo articolo….a me è piaciuto così tanto che ve lo ripropongo….e così posso passare più tempo a pisolare nella mia cuccia!

Le leggende di Milù : il gatto calico

di Milù

Salve a-mici !!! Oggi vi racconterò del gatto calico. Cos’è un gatto calico ?!!! Io sono un gatto calico !!!! Con il termine calico si fa riferimento ai gatti che hanno un mantello a tre colori : una base prevalentemente bianca e con grandi macchie rosse, nere, marroni o grigie. In genere si tratta di gatte femmine.

I gatti calico sono noti sin dai tempi degli antichi egizi, popolo saggio, che attribuivano a questi gatti poteri magici, e li consideravano portatori di buona sorte e prosperità. E ancora oggi in alcune nazioni noi gatti calico siamo venerati (più dei gatti tigrati come Brikka e Sophie !!). In Irlanda per esempio si ritiene che noi possiamo curare le verruche, mentre in Germania siamo chiamati “gatti fortunati”. Negli Stati Uniti siamo i Money Cat, ossia gatto che porta soldi. Ci sono varie leggende sul gatto calico. Secondo una antica leggenda tibetana del 1100, i gatti calico portano armonia e saggezza perchè i colori del manto ricordano lo Yin (bianco), lo Yang (nero)e la terra (arancione).

C’è però un’altra leggenda che spiega la creazione del mantello di noi gatti calico : si narra che una vecchina viveva in solitudine con la sua adorata gatta da bianco mantello, e vivevano così tanto in simbiosi che riuscivano a capirsi solo con gli sguardi. Un giorno la gatta fece capire alla vecchina che desiderava assaggiare il cibo della nonnina: la donna spiegò alla sua micia che quel cibo poteva farle male perchè non adatto a lei. Ma la gattina insistette e la vecchina capitolò : così diluì il cioccolato e preparò un succo di albicocca, ma mentre stava per darli alla micina, la sua mano tremante fece rovesciare tutto sul mantello che da bianco candido diventò chiazzato di marrone e arancio. Alla micina piacque così tanto il suo nuovo mantello colorato a toppe, che magicamente conservò questo mantello e lo trasmise ai suoi discendenti.

Ora vado : Brikka mi ha detto che devo stare all’ingresso della suo locale ristornate “Brikka Eat” perchè così attirerò i clienti….

Leggende sui Gatti : Jólakötturinn

di Milù

Salve a-mici !!!! In occasione del Natale, riparte la mia rubrica, con leggende sui gatti nel periodo Natalizio.

La leggenda di oggi viene dalla lontana Islanda e risale al medioevo, ed il protagonista è lo Jólakötturinn, il gatto di Natale, un grande gatto nero famelico con occhi scintillanti come il fuoco, dalla coda lunghissima e in grado di fare enormi salti. Secondo questa antica leggenda, lo Jólakötturinn si aggira tra i paesi dell’Islanda durante la notte della Vigilia, a caccia di tutte quelle persone che non sono riuscite a procurarsi un capo di abbigliamento nuovo da indossare a Natale, compresi anche quelli fatti con le proprie mani.

Questa leggenda nell’800 serviva a far si che gli operai concludessero la lavorazione della lana prima della fine dell’anno : chi raggiungeva l’obiettivo, otteneva come premio, appunto un capo di abbigliamento nuovo.

In un’altra versione della leggenda lo Jólakötturinn è il gatto di due giganti ghiotti di bambini disubbidienti, che nella notte di Natale mandano in giro nei villaggi islandesi, il loro enorme gatto proprio alla ricerca dei bambini più discoli. La leggenda, con il passare degli anni si era così diffusa ed era divenuta così terrorizzante, che nel 1764 un editto nè vietò l’utilizzo per spaventare i bambini ( mi sarei aspettata che ne fosse stato vietato l’utilizzo perchè ci descriveva come dei criminali sanguinari…)

Così è stata creata una versione più “dolce”, secondo la quale il gatto si limita a mangiare la cena della Vigilia di Natale di quelle persone che non hanno un nuovo capo di abbigliamento !

Se da questa leggenda vogliamo trarre una morale, allora possiamo sicuramente dire che il suo insegnamento è quello di essere generosi con chi è meno fortunato.

Ovviamente è solo una leggenda… noi gatti non mangiamo le persone e tanto meno i bambini….. e non c’è Natale migliore di quello passato in famiglia, una famiglia in cui ci sia anche un gatto acciambellato sulle vostre gambe la sera di Natale, mentre fuori nevica e il fuoco nel camino è scoppiettante e caldo !!!!!

Alla prossima da Milù !!!